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Giovanni Alloggio

Sono Giovanni e Virtus è stata la mia casa negli ultimi dieci anni. Forse è vero che casa non è necessariamente il posto in cui nasci ma il luogo che ti adotta e a cui scegli di appartenere.
Quando ho conosciuto mia moglie avevo appena conseguito la laurea in Lettere e Filosofia e stavo frequentando diversi master in comunicazione e cinema.
Amavo lo sport, frequentavo abitualmente le palestre e mi affascinava quel mondo ma mai avrei creduto che sarebbe diventato il mio lavoro, e ne avrei fatto la mia vita. Forse non avrei creduto neanche che avrei sposato quella donna e avremmo fatto due figlie.
Inutile dire che la realtà ha superato l’immaginazione.
Avevo già all’epoca un’infatuazione per l’allenamento a corpo libero, per l’allenamento funzionale, per il CrossFit, andavo in bici, facevo trekking, amavo andare in kayak. Mi piaceva tutto quello che trascendesse il concetto di palestra tradizionale, tutto quello che rimettesse al centro l’uomo, non la macchina. Negli ultimi cinquant’anni ci hanno allenato come fossimo automi, ci hanno alimentato come fossimo bestie di un allenamento intensivo, ci hanno fatto credere che l’unico fine dell’allenamento fosse la costruzione di un corpo migliore, come i miti che vedevamo sul piccolo schermo e popolavano il nostro immaginario.
Forse mi ero scocciato, forse non ci credevo più, forse mi sembrava tutto ripetitivo e limitante: sognavo un palestra in cui fare capriole, saltare, arrampicarsi e poi spingere, ma non solo con un bilanciere! In mille modi diversi… E quella palestra negli ultimi anni ho contribuito a crearla.
Abbiamo perso clienti, atleti e amici negli anni che non hanno condiviso la nostra stessa visione ma abbiamo aggregato centinaia di ragazzini tentati da un’idea diversa, da un percorso diverso, da un esempio diverso del solito “fitness influencer” tirato a lucido trecentosessantacinque giorni l’anno. Abbiamo allenato persone affette dal morbo di Alzheimer o Parkinson, abbiamo allenato bambini e ragazzi con difficoltà fisiche e neurologiche, abbiamo allenato donne in gravidanza e mamme e ad ognuno abbiamo offerto un’ancora: non conta solo il risultato, ma il percorso.
L’allenamento funzionale ci permette di funzionare meglio, di essere più reattivi, più forti, più agili, meno soggetti agli infortuni che vuol dire meno soggetti ad essere “esclusi”.
L’allenamento funzionale ci permette di diventare atleti migliori, più performanti, di durare di più nelle nostre competizioni.
L’allenamento funzionale ci permette di guarire meglio e prima dopo un infortunio, di rieducare pattern motori assenti o smarriti. L’allenamento funzionale rappresenta la nostra idea di fitness.
Il nostro brand si è sviluppato attorno a questa idea, anche Virtus Air risponde ad un’esigenza simile: svincolare l’attività fisica dal mero obiettivo estetico, riportare al centro il divertimento, l’apprendimento, l’armonia. Cosa c’è meglio di un insieme di discipline come la danza aerea, il cerchio, la pole dance che uniscono il mondo della danza a quello della calistenia, dell’arrampicata, del corpo libero ?

Non vi resta altro che venire a trovarci per scoprirlo…

Kikka Liguori

Mi chiamo Maria Francesca anche se tutti mi chiamano Kikka, e con mio marito gestisco le nostre palestre Virtus Life e Virtus Air.
Ho iniziato a lavorare in palestra forse anche un po’ prima di quanto avrei voluto, un po’ per curiosità un po’ per esigenze familiari e per qualche anno quel luogo per il quale avevo rinunciato a tanti progetti personali mi è sembrato un po’ stretto.
Studiavo lingue e forse desideravo avere ancora un po’ di tempo per esplorare le mie possibilità e vivere i miei vent’anni. Per di più raccoglievo una palestra che non conoscevo, che non avevo contribuito a progettare e con dei dipendenti che non erano stati scelti da me.
Sembrerà il peggiore dei punti di partenza per cominciare qualcosa di nuovo – e probabilmente lo è stato – ed è per questo che oggi, dopo dieci anni sono così soddisfatta e felice di quello che abbiamo “creato daccapo”.
Quando ho conosciuto mio marito probabilmente entrambi eravamo insoddisfatti dei nostri percorsi professionali e l’unica cosa che avevamo era la voglia di stravolgere tutto e ricominciare.Questa è stata la nostra scommessa, il primo grande rischio che abbiamo corso: vendere gran parte degli attrezzi allora ritenuti indispensabili, garantire uno spazio enorme ai nostri atleti per lavorare a corpo libero – siamo stati fra i pionieri dell’allenamento funzionale nel Sud Italia – investire su attrezzature e macchinari all’epoca all’avanguardia.
Abbiamo privilegiato da subito tutto ciò che fosse sostenibile, a basso impatto, funzionale all’atleta e all’ambiente.
La nostra palestra in pochi anni è diventata una scuola e gli atleti allievi.

Il nostro obiettivo è sempre stato sin dall’inizio insegnare alle persone a muoversi: l’estetica non può che essere una conseguenza di un movimento sano, non un fine esclusivo dell’allenamento.
Dopo quattro anni abbiamo raccolto un’altra sfida: il primo centro di Discipline Aeree in Campania, ancora oggi uno dei più grandi del Sud Italia.
Tessuto aereo, cerchio aereo, pole dance, danza verticale con imbrago, spirale aerea… le discipline alle quali mi ero avvicinata da atleta negli ultimi anni sono diventate il mio nuovo progetto lavorativo. Abbiamo investito su una struttura all’avanguardia che garantisse la massima sicurezza alle nostre atlete, abbiamo scelto e investito sulle migliori insegnanti in circolazione e l’anno dopo, nel 2019, abbiamo aperto. Lo stesso anno nasceva Roberta, la nostra prima figlia.
Sapete tutti cosa è successo dopo: il Covid ci ha messo in ginocchio, ma ci ha lasciato qualcosina da cui ripartire… era sufficiente!
Abbiamo ricostruito, di nuovo, e meglio ancora. Le nostre palestre sono diventate centri sicuri prima, realtà affermate poi. Tre anni dopo nasceva Rebecca, la nostra seconda figlia.
Io non so cosa il destino ha ancora in serbo per noi; se sarà una sfida saremo pronti ad affrontarla, se sarà un’idea saremo pronti ad accoglierla e spingerla perché è questa la nostra attitudine e speriamo che sarà un giorno anche quella delle nostre figlie.

kikka

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